Avevano diritto al voto i cittadini maschi iscritti a un sindacato o a una associazione di categoria, i militari in servizio permanente nei corpi armati dello Stato e i religiosi.
In realtà era una sorta di referendum in quanto gli elettori potevano votare SÌ o NO per approvare la lista dei deputati designati dal Gran Consiglio del Fascismo.
La scheda con il SÌ era tricolore, quella col NO era bianca, per cui erano evidenti dall'esterno le intenzioni di voto.
qui di seguito si riporta
l'articolo di giornale:
“Le elezioni In questo Comune si sono svolte tra il
massimo entusiasmo dei votanti e di tutto Il popolo.
La mattina del 25 il paese era imbandierato e per le vie lunghi striscioni di tela con la sola scritta Duce.
I Giovani Fascisti al canto degli Inni della Rivoluzione, accompagnati dalla musica, hanno svegliato la popolazione.
Tutti gli scritti al Partito ed alle istituzioni fasciste. In camicia nera, si sono ammassati vicino alla sede del Fascio.
Alle 9 si sono inquadrati, formando una interminabile colonna, con in testa la musica e li Fascio Giovanile e, cantando gli inni fascisti, si sono recati alle urne.
La votazione per tutta la giornata è proceduta animata, tra continue acclamazioni al Duce e tutti senza andare in cabina, a viso aperto, hanno votata la lista nazionale.
Il popolo alla fine della votazione, delirante, ha inneggiato al Duce e con la musica e i Giovani Fascisti in testa ha formato un imponente corteo che ha percorso
le vie del paese e che si è fermato In piazza Indipendenza, ove ha parlato l'avv. Giovanni Valente.
II corteo si è sciolto inneggiando al Duce e a Starace.”
(fonte: Gazzetta del Mezzogiorno del 28.3.1934)